Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Federico de Roberto stava attraversando una fase di astenia creativa, dalla quale uscì proprio grazie al conflitto bellico. Tra il 1919 e il 1923 egli pubblicò nove racconti di diversa qualità artistica, con alcuni vertici di assoluta maestria (“La paura”, in primis, o “Il rifugio”). Come era sua consuetudine, l’autore attinse il più possibile alla realtà attraverso una meticolosa opera di documentazione. Scorrendo l’intero epistolario dello scrittore, l’articolo fornisce una disamina dettagliata dei suoi corrispondenti che parteciparono al conflitto e che gli fornirono testimonianza di esso, attraverso le lettere spedite dal fronte. Il presente lavoro arricchisce, dunque, la ricostruzione delle fonti utilizzate da De Roberto per comporre il proprio immaginario bellico. Tra il materiale inedito è presente una lettera, del 1915, inviata dallo scrittore a un amico in zona di guerra: essa pare essere l’unica missiva derobertiana diretta al fronte superstite ma sconosciuta alla critica.
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Anno 2018 – N. 11
(a cura di Andrea Manganaro e Felice Rappazzo)
VERGA E “GLI ALTRI”. LA BIBLIOTECA, I PRESUPPOSTI, LA RICEZIONE
NADIA AMINE, Proposta di lettura interculturale dei “Malavoglia” di Verga: un incontro con il Marocco tramite proverbi, modi di dire, usi e costumi.
L’articolo propone una lettura incrociata tra alcuni proverbi selezionati nei “Malavoglia” di Verga e proverbi marocchini scelti e reperiti nel patrimonio orale marocchino che riguardano soprattutto la sfera delle relazioni sociali sotto i suoi vari aspetti: le relazioni di vicinato, quelle tra uomo e donna e tra i membri della comunità in generale. Il confronto fa emergere le rappresentazioni socio-culturali e permette di confrontare usi, costumi e superstizioni delle due culture del Mediterraneo.
Pag. 11- 24 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
DAINIUS BURE, Le prime traduzioni e i primi traduttori di Giovanni Verga in Russia e in Lituania
Nel saggio vengono presentate le prime traduzioni delle opere di Giovanni Verga nei contesti contigui, ma diversi, della Russia e della Lituania con alcuni accenni alle condizioni storiche che hanno determinato la fortuna dello scrittore catanese in questi paesi. Opere di Verga erano ben note al lettore russo già negli ultimi decenni dell’Ottocento, mentre il lingua lituana le prime traduzioni dello scrittore verista videro la luce agli inizi del XX sec.
Pag. 25-46 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
RICCARDO CASTELLANA, Lo spazio sociale de “I Malavoglia”
Come è fatto lo spazio sociale de “I Malavoglia”? Quali leggi regolano i rapporti sociali tra i vari personaggi del romanzo? E che cosa sono, esattamente, quei «bisogni materiali» di cui parla Verga nella Prefazione ai Vinti? Il saggio tenta di rispondere a queste e ad altre domande utilizzando le categorie sociologiche elaborate da Pierre Bourdieu soprattutto nelle sue ricerche sui Cabili dell’Algeria. Da questo confronto inedito emerge una lettura innovativa del capolavoro verghiano, che lo situa nel suo contesto storico, ma allo stesso tempo ne mostra alcuni elementi di attualità per il presente.
Pag. 47-64 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
ROSARIO CASTELLI, La lezione del Maestro: De Roberto e l’angoscia dell’influenza verghiana
Convenzionalmente collocato nel novero dei veristi siciliani, quasi un emulo di Verga sulla cui scia artistica inizialmente sembro collocarsi, Federico de Roberto avviò tuttavia una personale sperimentazione nella quale si affacciano un nuovo punto di vista e una nuova sensibilità sociale che lo collocano ‘oltre’ il programma letterario del maestro. Non venne mai meno tuttavia la devozione del discepolo nei confronti dell’autore de i Malavoglia cui avrebbe voluto dedicare una monografia – “Vita di Verga” – che non ultimò mai. Il saggio prende in esame il rapporto personale, intellettuale e professionale tra i due in cui lo scrittore più giovane, pur esibendo originali oltranze espressive tipiche di chi vuole instaurare con la tradizione un rapporto dialettico di superamento, mostra non di rado la propria attenzione e ammirazione per colui che considera una sorta di padre putativo della cui autorità liberarsi, pur senza volerlo sopprimere del tutto.
Pag. 65-81 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
PATRIZIA D’ARRIGO, Vittorini e Verga
Si analizza la valutazione negativa che Vittorini dà sull’opera di Verga nelle poche righe che dedica al siciliano. L’opera di Verga non può trovare spazio all’interno dell’ideologia letteraria di Vittorini, in cui il romanzo realista è anche deprecato perché autoritario. Verga, inoltre, ritiene che il progresso e la modernità alienino gli uomini gli uni dagli altri, condannandoli alla solitudine. Per Vittorini il progresso è un’irrinunciabile evoluzione di civiltà alla quale guardare con fiducia
Pag. 83-94 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
NOVELLA DI NUNZIO, Il verismo come strumento interpretativo. Uno studio del realismo critico lituano alla luce dell’opera di Giovanni Verga
Lo scopo del saggio è proporre un’interpretazione del realismo critico, tendenza affermatasi in Lituania tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, alla luce del verismo. L’analisi è condotta attraverso la lettura comparata di due novelle rappresentative delle esperienze letterarie lituana e italiana: rispettivamente “Be darbo” (1904) di Jonas Biliūnas e “Rosso Malpelo” (1878) di Giovanni Verga. Il riferimento verghiano diviene chiave interpretativa per inserire in un più ampio contesto europeo il realismo lituano, tendenza letteraria imperniata sugli ideali socialisti e sulla salvaguardia dell’identità lituana.
Pag. 95-108 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
ANTONIO DI SILVESTRO, Per Verga e Flaubert
Il rapporto tra Verga e Flaubert viene letto in questo studio in una prospettiva differente dalle ricerche precedenti sull’argomento, attraverso un’indagine sulle strutture narrative, sulla dinamica dei personaggi e su alcune costanti semantiche delle descrizioni. L’opinione verghiana sul ‘realismo dei sensi’ di Flaubert costituisce la razionalizzazione (semplificatoria) di un rapporto assai più profondo, che coinvolge aspetti come il punto di vista e lo statuto della narrazione, ma anche il significato simbolico di storie ‘esemplari’ come quelle di ’Ntoni Malavoglia ed Emma Bovary.
Pag. 109-126 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
MILENA GIUFFRIDA, La biblioteca di Giovanni Verga
Il contributo propone uno studio delle postille e degli interventi rilevati sui libri della biblioteca di casa Verga, nel tentativo di individuare e analizzare quelli di mano dello scrittore. Volumi e notazioni sono infatti eterogenei e denunciano il carattere composito e variegato della biblioteca, il cui nucleo originario si è accresciuto nel tempo per fasi differenti, grazie ai libri portati al rientro da milano dallo scrittore, all’acquisto di un buon numero di classici e ai moltissimi doni.
Pag. 127-146 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
MIRYAM GRASSO, Per Pavese e Verga
Il contributo si propone di ricostruire, attraverso l’analisi di pagine di diario e degli scritti saggistici, la posizione di Pavese nei confronti del verismo e in particolare di Verga, da lui considerato precursore dello stile novecentesco. Si evidenziano inoltre le affinità tematiche tra “I Malavoglia”, i versi di “Lavorare stanca” e “La luna e i falò”, in particolare per quanto riguarda la possibilità o l’impossibilità del ritorno al proprio paese.
Pag. 147-161 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
PEDRO LUIS LADRÒN DE GUEVARA MELLADO, La presencia de Giovanni Verga en la prensa Española durante el siglo XIX. Una recepción desconocida
Lo studio mostra come Giovanni Verga sia un autore conosciuto in Spagna già dagli anni Ottanta dell’Ottocento. Infatti vengono rilevate edizioni e riedizioni della novella Cavalleria rusticana già nel 1892 e nel 1899, in riviste e in un’antologia assieme a Tolstoj, Balzac, Mérimée, Daudet e Dostoevskij. Inoltre, lo studio ripercorre e illustra le posizioni di molti critici letterari e di scrittori di prima fila, come Emilia Pardo Bazán, Leopoldo Alas “Clarín”, Miguel de Unamuno, Pio Baroja, che danno di Verga un giudizio molto positivo e lo annoverano fra i grandi scrittori europei del momento.
Pag. 163-186 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
GIORGIO LONGO, Verga in Francia. Una messa a punto
A più di cinquant’anni dal primo saggio pubblicato sulla fortuna e ricezione Verga in Francia, questi brevi appunti propongono un nuovo bilancio e un’ultima messa a punto di questa travagliata vicenda storico-letteraria. A dispetto di un intenso rapporto con gli scrittori d’oltralpe, di un nutrito numero di traduzioni e saggi, lo scrittore resta quasi sconosciuto in Francia, soprattutto presso il grande pubblico. In questi ultimi anni si comincia però ad avvertire una parziale inversione di tendenza, dovuto soprattutto all’interesse di un gruppo di studiosi essenzialmente di ambito comparatista, come Florence Goyet, Sylvie Thorel-Cailleteau o Mathieu Laarman.
Pag. 187-204 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
ANDREA MANGANARO, Verga e il 1848
Il 1848, l’anno della «rivoluzione», assume un ruolo fondamentale nel “Mastro-don Gesualdo”, sin dagli schemi preparatori. Questo saggio rileva, per la prima volta, come un’opera storiografica, “Memorie storiche e critiche della rivoluzione siciliana del 1848” di Pasquale Calvi, uno dei pochissimi libri della biblioteca di Verga che presentano indizi di una sua lettura interessata, possa avere influito su alcuni «motivi» del “Mastro-don Gesualdo” e di una delle novelle minori, “Epopea spicciola”, del 1893.
Pag. 205-224 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
FELICE RAPPAZZO, Presupposti per Verga: fra Balzac e Stendhal nel processo della rappresentazione
Lo studio vuole proporre una trasmissione, e dunque una tradizione diretta e indiretta di vari modi della rappresentazione “realistica”, che precede e accompagna quella impersonale di Verga; oltre alla dipendenza dal naturalismo e dal positivismo, tale tradizione di scrittura è fondata sulla visionarietà di Balzac e sulla delega narrativa propria piuttosto di Stendhal e Mérimée. L’idea è che tali “presupposti” producano una complessa realizzazione nella pagina verghiana e anche al di là di questa, verso un realismo moderno.
Pag. 225-241 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
MASSIMO SCHILIRÒ, Il silenzio del maestro. Verga e Brancati
Questo studio presenta la lettura delle opere di Verga da parte di Vitaliano Brancati. Essa non si configura come un’indagine critica, nonostante la sensibilità di Brancati lo porti a delineare compiutamente la poetica verghiana, quanto piuttosto come un serbatoio di temi e sollecitazioni stilistiche, e soprattutto come un perno del discorso di Brancati intorno al tema della sua sicilianità. Si distingueranno nell’autore più giovane due momenti dell’accostamento a Verga: quello dell’ammirazione verso un maestro distante; quello successivo della prossimità dell’orizzonte anche a causa della comune condizione del dispatrio.
Pag. 243-258 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
ANTONIO SCIACOVELLI, Verga e la Finlandia
La cultura finlandese sin dagli anni Novanta dell’Ottocento ha mostrato una forte attenzione a Verga, con la traduzione di novelle e la presenza del dramma “Cavalleria rusticana” sulle scene. Il saggio presenta la ricezione delle opere di Giovanni Verga attraverso l’analisi di traduzioni, recensioni, note bio-bibliografiche tra il 1892 e gli anni Cinquanta del Novecento: in seguito l’attenzione di critici, traduttori ed editori si è spostata verso altri autori, anche se l’influsso verista si coglie ancora negli sviluppi artistici dell’opera finlandese, in particolare nel dramma “Gli Ostrobotnici” (Järviluoma – Madetoja).
Pag. 259-272 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
GIUSEPPE TRAINA, Un’idea di Verga in Sciascia, Bufalino e Consolo
Il saggio è una ricognizione sulle pagine critiche che Sciascia, Consolo e Bufalino hanno dedicato a Giovanni Verga. I tre scrittori siciliani hanno scelto angolazioni diverse, talvolta eccentriche, per entrare nel mondo letterario di Verga, con risultati molto interessanti, soprattutto nel caso di Bufalino. Dai loro giudizi critici emerge, in controluce, anche l’influenza, più o meno decisiva, che l’opera di Verga ha avuto sulla loro scrittura creativa.
Pag. 273-284 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
NOTE
GIUSEPPE TRAINA, Un altro De Roberto. Esperimenti e ghiribizzi di uno scrittore
Napoli , Ed. Loffredo – 2018 (Pasquale Guaragnella)
pag. 287-298 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
SIMONA INSERRA, Dediche, postille e segni di lettura nei libri di Federico De Roberto: tracce d’uso in una biblioteca d’autore
La raccolta personale di Federico De Roberto è conservata a Catania presso l’omonima biblioteca ed è stata recentemente catalogata attraverso una metodologia che ha permesso di rilevare i dati materiali presenti in ogni esemplare, registrandoli e trattandoli come significativi elementi di provenienza. Nel contributo si presentano i dati relativi al rilevamento, tra le 2487 edizioni catalogate, di dediche, postille e segni di lettura.
Pag. 299-314 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
ANNALI 12
Anno 2019 – N. 12
GIORGIO FORNI, Capuana, Richet e la suggestione
Per Luigi Capuana, la «dualità di coscienza» e le «intermittenze della personalità» tipiche della trance spiritica rappresentano un fenomeno di sdoppiamento psichico e di «suggestione allucinatoria» che si verifica con gradi diversi d’intensità sia nella creazione artistica che nella psicopatologia dei sentimenti. Attraverso la lettura di Charles Richet, Capuana teorizza la preminenza della creazione artistica nell’esplorazione delle «misteriose profondità dell’incoscienza»: nei suoi racconti e romanzi non vi è un semplice riutilizzo delle ideologie scientifiche, ma l’ambizione e quasi la sfida di fare dell’invenzione narrativa un campo intermedio e unificante tra scienza, arte, filosofia, medicina, psicologia, fenomeni spiritici e congetture sul possibile e sull’ignoto.
For Luigi Capuana, the «duality of consciousness» and the «intermittences of personality» typical of the spiritic trance represent a phenomenon of psychic splitting and «hallucinatory suggestion» that occurs with different degrees of intensity both in artistic creation and in the psychopathology of feelings. Through Charles Richet’s reading, Capuana theorizes the preeminence of artistic creation in the exploration of the «mysterious depths of the unconscious»: in his stories and novels, there is not a simple reuse of scientific ideologies, but the ambition and almost the challenge of making narrative invention an intermediate and unifying field between science, art, philosophy, medicine, psychology, spiritic phenomena and speculation on the possible and the unknown.
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GIUSEPPE POLIMENI, “Ma sarà l’opera di quello scrittore”: voci e temi del dibattito sulla lingua nella Milano pre-verghiana (1865-1871). Primi sondaggi
Il saggio offre un primo specimen dei risultati di una più ampia ricerca bibliografia estesa ai periodici milanesi della seconda metà dell’ottocento. Considerando gli anni che precedono l’arrivo di Giovanni Verga a Milano, nel contributo si portano alla luce alcuni interventi di tematica linguistica, che permettono di descrivere il clima di discussione che dopo l’Unità si respira nella metropoli lombarda e di ricostruire le tappe di una complessa ricerca di soluzioni espressive di cui lo scrittore assorbirà istanze e propositi.
The essay provides the first results of a research extended to the Milanese periodicals of the second half of the nineteenth century. In the years before the arrival of Giovanni Verga in Milan, articles on linguistic topics are discussed. They describe the discussion that opens in the Lombard metropolis on linguistic issues, a discussion that will involve the same Verga when he arrives in Milan and will participate in the city’s cultural life.
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DONATELLA LA MONACA, Luigi Gualdo «corridore a staffetta» nella «selva» di fine Ottocento
si disegna sin dagli agli anni Novanta dell’ottocento lo scenario di un «male di vivere» destinato a porsi come il “tema” di cui si alimentano, in una dialettica feconda di crisi e rifondazioni, le più significative esperienze narrative del Novecento. Le modalità con cui il conflittuale rapporto tra la «cognizione della realtà» e l’«interna trama della coscienza» prende corpo in decadenza, l’ultimo romanzo di Luigi Gualdo, edito nel 1892, annoverano lo scrittore tra i precursori di una riconfigurazione cognitiva e inventiva.
Since the Nineties of the nineteenth century, the scenario of an «evil of living» has been designed to be the «theme» of which the most significant poetic and prosaic experiences of the twentieth century are nourished, in a fertile dialectic of crises and refoundings. The way in which the conflicting relationship between «cognition of reality» and the «internal plot of consciousness» takes shape in Decadenza, the last novel by Luigi Gualdo, published in 1892, includes the writer among the precursors of a cognitive and inventive reconfiguration.
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ANTONINO ANTONAZZO, Inediti verghiani in lettere a Giulio Ricordi
In questo contributo vengono pubblicati dei brevi testi inediti contenuti in un manipolo di lettere indirizzate da Verga a Giulio Ricordi tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio del 1880. dal ‘fondo Ugo Ojetti’ degli Archivi della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma riemerge così, nei suoi tratti salienti, la vicenda finora ignota della collaborazione di Verga al numero unico di beneficenza “Milan-Milan”: tra i testi spicca in particolare il bozzetto in siciliano, che apre una prima breccia nella visione – fino a oggi monolitica – dei rapporti tra lo scrittore e il dialetto.
In this essay new unpublished texts by Verga are published, contained in a small group of letters he wrote to Giulio Ricordi between the end of January and the beginning of February 1880. From the ‘Fondo Ugo Ojetti in the Archivi della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea in Rome the vicissitudes of Verga’s collaboration to the charity booklet titled Milan-Milan emerges: among these texts a short story in Sicilian language stands out, as it makes a breach into the current monolithic vision of the author’s rejection of dialect in his narrative.
pag. 79 – 100 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
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MILENA GIUFFRIDA, Per un contributo all’ecdotica dei carteggi verghiani. Alcune considerazioni in margine al carteggio Verga-Capuana
La ricostruzione della fisionomia artistica e personale di verga non può prescindere dall’edizione delle lettere. Nel presente contributo la riflessione sui criteri editoriali – condotta anche attraverso l’analisi dei corpora epistolari di recente pubblicazione – viene testata su uno dei luoghi più importanti: lo scambio di missive tra verga e Capuana. Trattandosi di un documento principe dell’officina verista, il carteggio deve pertanto essere restituito ai lettori in un’edizione filologicamente affidabile e validamente commentata.
The reconstruction of Verga’s artistic and personal physiognomy can’t be separated from the edition of the letters. In this essay, the reflection on the editorial criteria – conducted also through the analysis of recently published letters – is tested on one of the most important places: the correspondence between Verga and Capuana. Since this is the most important document of the verista workshop, the correspondence must therefore be given back to the readers in a philologically reliable and legitimately commented edition.
pag. 101 – 118 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
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STEPHANIE CERRUTO, Il carteggio Verga-Martini: notazioni linguistiche e culturali
Assumendo la lingua degli epistolari come caso di studio per la storicizzazione dell’italiano, si è osservato il carteggio tra Giovanni Verga e Ferdinando Martini per valutare le scelte linguistiche di due parlanti e scriventi colti nell’Italia postunitaria. Lo spoglio linguistico abbraccia lettere edite e inedite, qui accluse, e si articola sui livelli fonografemico, morfosintattico, lessicale e fraseologico. L’analisi ha mostrato la differenza tra l’uso linguistico del toscano Martini, orientato verso la medietà colloquiale e quello del siciliano Verga, ancora in bilico fra tradizione e innovazione.
Assuming the language of the letters as a case study for the historicization of the Italian language, the correspondence between Giovanni Verga and Ferdinando Martini has been observed to evaluate the linguistic choices of two educated speakers and writers in post-unification Italy. The linguistic examination embraces published and unpublished letters, annexed here, and is articulated on the phonographic, morphosyntactic, lexical and phraseological levels. The analysis shows the difference between the linguistic use of the Tuscan Martini, oriented towards colloquial language, and that of the Sicilian Verga, still between tradition and innovation.
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FRANCESCA PULIAFITO, Appunti sulle suggestioni naturaliste ne “Il marito di Elena”
Il contributo si propone di offrire alcuni spunti di riflessione sulla presenza dell’influenza naturalista nel romanzo “Il marito di Elena” (1882), in particolare mettendo in luce il rapporto tra i contenuti delle carte di un originario progetto rifiutato e gli importanti modelli della scuola francese, un rapporto che coerentemente individua un originale tentativo di collocazione del romanzo all’interno della ricerca verghiana sulla “fisiologia dell’amore”.
The purpose of this paper is to offer some remarks on naturalist influence in the novel Il marito di Elena (1882), in particular showing the connection between the content of a first refused draft and the important models of French school, a connection that consistently identifies an original attempt to consider this novel inside Verga’s research on “physiology of love”.
pag. 165 – 178 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
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DANIELA DE LISO, Matilde Serao, la “letterata viaggiante”. Storie di vita e di viaggi tra Napoli e il mondo sul finire dell’Ottocento
Il saggio ricostruisce le coordinate della scrittura odeporica di Matilde Serao, grazie alla cui esperienza la letteratura di viaggio sul finire dell’Ottocento cominciò finalmente anche in Italia a coinvolgere le donne. I suoi principali contributi sono “Nel Paese di Gesù. Ricordi di un viaggio in Palestina” (1899), che racconta il viaggio in Terra Santa compiuto dalla Serao nel 1893 quale inviata de «Il Mattino», e “Lettere di una viaggiatrice” (1908), frutto di corrispondenze inviate al giornale dalla “letterata viaggiante” e ibridato dall’aggiunta di lettere private all’amica Duse e di pagine diaristiche, rielaborate con gusto narrativo.
The essay retraces the features of Matilde Serao’s odeporic writing; thanks to her experience, travel literature at the end of XIX century finally began to involve women. Her main contributions are Nel Paese di Gesù. Ricordi di un viaggio in Palestina (1899), which describes the journey to the Holy Land that M. Serao did in 1983 as a correspondent for «Il Mattino»; and Lettere di una viaggiatrice (1908), which is made of articles sent to the same newspaper by the “traveling woman-writer”, and is hybridized by private letters that Matilde Serao sent to her friend Duse and by some pages rielaborated from her diary.
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ELISABETTA MANTEGNA, Le «novelle che si leggono di un soffio»: Matilde Serao e la letteratura educativa post-unitaria
Il contributo indaga l’apporto di Matilde Serao alla testualità modellizzante e alla formazione di un canone di paraletteratura educativa che propagandava il ruolo della donna nell’ambito del progetto di nation building nell’Italia postunitaria. In questo progetto l’editoria aveva una funzione fondamentale. Qui si studia il genere della novella, nelle raccolte “Donna Paola” (1897), “Tre Donne” (1905) e “Cristina” (1908), individuando le strategie linguistico-testuali e stilistiche adottate dalla Serao ai fini dell’argomentazione formativa ed etico-didascalica.
The essay focuses on Matilde Serao’s contribution to modelling textuality and the to the creation of educational entertainment literature. One of the main aims of the nation-building project, developed in United Italy and encouraged by publishers, was to educate women through literature. The analysis investigates short stories published in the collections Donna Paola (1897), Tre Donne (1905) and Cristina (1908), tracing Serao’s linguistic, textual and stylistic strategies for ethical-didactic argumentation.
pag. 197 – 233 Acquistalo on line da: https://www.sikeedizioni.it/categoria-prodotto/fondazione-verga/annali/
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DINO MANCA, L’Edizione Nazionale delle Opere di Grazia Deledda: i percorsi e i risultati della prima filologia deleddiana
Nel giugno 2019 è stato pubblicato il primo volume “(L’edera)” dell’Edizione Nazionale delle opere di Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura. L’edizione conoscerà anche una versione digitale. Durante gli anni è emersa con evidenza la necessità di dar vita a un’edizione sistematica, filologicamente rigorosa e criticamente aggiornata dell’ opera omnia della scrittrice. In questa sede proponiamo i percorsi e i risultati della prima filologia deleddiana.
In June 2019 the first book (L’edera) of the National Edition of the works of Grazia Deledda, Nobel Prize for literature, was published. The edition will also have a digital version. Over the years, the need to give life to a systematic, philologically rigorous and critically updated edition of his complete works has emerged with evidence. Here we propose the paths and results of the first Deleddian philology.
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MARIA CARRERAS I GOICOECHEA, Nota alla polemica sulle traduzioni spagnole de “I Viceré” : il caso di M. Navarro e J.R. Monreal
Con questa nota si vuole far chiarezza sulla prima polemica attorno alle traduzioni spagnole de “I Viceré” di De Roberto, quella di J.R. Monreal (1994, ristampata nel 2008) e quella di M. Navarro (1994). Si cerca di capire se alcuni degli errori di traduzione segnalati dalla critica in queste traduzioni fossero tali e se il timore di Navarro riguardo al rischio che de Roberto rimanesse sconosciuto in Spagna a causa di quella che lei considerava una pessima traduzione fosse fondato.
This paper aims at clarifying the first controversy on De Roberto’s I Viceré Spanish translations: the one by J. R. Monreal (1994, republished on 2008), and the one by M. Navarro (1994). Particularly, we try to understand if some elements that the critics have pointed out were actually translational mistakes and if Navarro’s fear that, due to a bad translation, De Roberto would have remained unknown in Spain was actually well-founded.
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ANDREA MANGANARO, “Here and There Where the Sun Is Born and Dies”: Verga’s Heroes and Ourselves
La conferenza tenuta da Andrea Manganaro presso il Dickinson College in Pennsylvania intende mettere a fuoco, attraverso un close reading del cap. XI dei Malavoglia, la modernità del conflitto tra il giovane “ribelle” ’Ntoni e i membri della sua famiglia più legati alla terra e alle tradizioni. «Là dove muore il sole» si può interpretare come una metafora per il continente americano, meta di milioni di giovani italiani come ’Ntoni tra Otto e Novecento. Il dramma dell’emigrazione sembra non avere mai fine e si ripete oggi, ma in direzione opposta, con l’arrivo di migliaia di giovani uomini e donne sulle stesse spiagge da cui partì il giovane Malavoglia più di un secolo fa.
Professor Manganaro’s lecture, given at Dickinson College, Pennsylvania, illustrates, through a close reading of Chapter XI of I Malavoglia, the modernity of the conflict between the you “rebellious” and his family members more attached to their village and its traditions. The expression «there where the sun dies» may be interpreted as a metaphor for the American continent, destination of millions of young Italians like ’Ntoni between the XIX and XX centuries. The drama of emigration seems to never end and continues today, but in the opposite direction, with the arrival of thousands of young men and women on the same shores from which the young Malavoglia departed more than a century ago.
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